Settembre. L’estate ormai sta finendo e la sua fine da sempre coincide con l’inizio della scuola.
Fin qui tutto normale: l’arrivo di settembre ha quel sapore malinconico della fine dell’estate e dei lunghi pomeriggi al mare, ma ha da sempre un retrogusto dolce per il ritorno alla quotidianità, alle mattinate a scuola con amiche e amici e ai pomeriggi tra compiti e attività sportive. Questo settembre però, come del resto lo sono stati gli altri mesi fino ad oggi, è diverso: l’inizio di questo nuovo anno scolastico, al contrario degli altri, è incerto. Studentesse, studenti, genitori e insegnanti non sanno cosa aspettarsi da questo insolito primo giorno di scuola.
Voglio tornare perché
Anche in questo caso ho pensato di chiedere ai diretti interessati e alle dirette interessate quali fossero i loro pensieri e le loro sensazioni sull’inizio del nuovo anno scolastico.
Alla domanda “vuoi tornare a scuola o preferiresti fare didattica a distanza?” la risposta è stata unanime: voglio tornare a scuola senza il minimo dubbio. Ragazze e ragazzi desiderano riprendere da dove si erano fermati, vogliono rivedere le compagne e i compagni di classe perché, nonostante abbiamo frequentato gli amici durante l'estate, rivedersi in classe insieme è una cosa che manca. Ritrovarsi alla fermata dell’autobus, finire gli ultimi compiti davanti al cancello di scuola, condividere la paura di essere interrogati e la gioia nello scoprire di avere un’ora buca.
Sono queste le maggiori mancanze che sono state vissute durante il periodo di didattica a distanza e se il professore o la professoressa possono ripiegare con un video o una lezione digitale su Leopardi, quelle sono tutte cose che, al contrario, non possono essere colmate.
La scuola non è solo il luogo dell’apprendimento, ma è anche un luogo sociale, in cui sperimentare le proprie abilità relazionali e imparare a stare con gli altri. È qui che si sviluppano capacità come collaborazione, cooperazione, comunicazione e lavoro di gruppo. Pensate a quanto il periodo di scuola da casa abbia lasciato indietro queste importanti funzioni. Non stupitevi, quindi, se quest’anno le vostre figlie e i vostri figli sono così impazienti di ricominciare.
Ho paura di tornare a scuola perché
In mezzo però a questo entusiasmo non mancano sconforto, preoccupazione, confusione e paura.
Ad oggi sono state date poche linee guida e non tutte le scuole sono pronte alla ripartenza. Ancora non c’è niente di definitivo e la maggior parte delle famiglie non ha ricevuto notizie dalla propria scuola.
Ragazze e ragazzi sono quindi confusi: da un lato, come detto prima, hanno una gran voglia di tornare, ma, dall’altro, si fanno tante domande. Come sarà il primo giorno di scuola? Entreremo ad orari diversi? Come saranno le classi? Avremo ognuno il proprio banco? Si dovrà tenere la mascherina? Avremo lo spazio per mantenere la distanza? Faremo l’intervallo seduti?
Sono pienamente consapevoli che nulla sarà come prima: la scuola inizierà, ma non ci sarà la corsa per prendere il banco in ultima fila, ci saranno dei cambiamenti e a loro sarà richiesto di adattarsi. Hanno paura poi che da un giorno all’altro tutto possa finire, che improvvisamente si decida di tornare alla didattica distanza e a questo, dicono, non siamo pronti.
Il ruolo dei grandi
Il ruolo di genitori e insegnanti è sempre il più difficile perché, oltre a gestire il proprio stato d’animo, devono essere il contenitore delle emozioni delle bambine, dei bambini, dei ragazzi e delle ragazze.
Non sarà facile questo inizio ed è per questo che fin da subito dovrete stipulare un patto di aiuto reciproco: la situazione è nuova per tutti, quindi bisogna aiutarsi.
Mi rivolgo adesso soprattutto agli e alle insegnanti: aiutate le vostre alunne e i vostri alunni a riscoprire la potenza della scuola, aiutateli a superare la paura e, nonostante le misure di sicurezza, date sempre spazio alla socialità. La scuola è una palestra troppo importante proprio per il suo carattere sociale, perdere questo aspetto lascerebbe un vuoto davvero grande.
4 comments
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