La trap. Cos’è? Si mangia?
Negli ultimi anni una nuova ondata musicale ha fatto molto parlare di sé: la trap. Questo sottogenere del rap si caratterizza per un suono sincopato, basi elettroniche e ritornelli “cantati” attraverso l’autotune, un software che permette di modificare la voce.
Gli esponenti principali della trap italiana sono Ghali, rapper di origini tunisine che con il singolo “Cara Italia” ha polverizzato tutti i record di YouTube, Sfera Ebbasta, primo artista italiano ad entrare nella top 100 mondiale di Spotify e il collettivo Dark Polo Gang, il cui singolo “Sportswear” ha più di 30 milioni di visualizzazioni su YouTube.
La trap influenza non solo i gusti in fatto di musica del popolo dei nativi digitali ma anche i loro usi e costumi. I ragazzi, infatti, usano lo slang adottato dalla maggior parte dei trapper di successo per comunicare con i coetanei, ne imitano le movenze, i balletti e si identificano con loro.
Inoltre, esattamente come per il fenomeno youtuber, la trap è un genere che favorisce tantissimo l’identificazione, specialmente se si è adolescenti, andando a consolidare il binomio YouTube-Trap. Essendo un genere apparentemente alla portata di tutti, non è difficile per molti ragazzi rivedersi nei propri idoli e provare a cimentarsi sul loro stesso campo, ed è anche per questa ragione che YouTube pullula di canzoni di giovani trapper emergenti e di video di youtuber che provano a improvvisare una carriera musicale pubblicando i loro pezzi trap, con risultati spesso discutibili.
Facendo un respiro profondo, proviamo quindi a calarci nei panni di un nativo digitale in modo da comprendere come mai un’intera generazione si ritrova proprio in questo genere musicale.
Perché parlare di nativi digitali e trap?
Perché senza il prezioso aiuto del Web 2.0, la maggior parte dei trapper di oggi non esisterebbe.
Se ci pensate le stesse etichette discografiche che oggi fanno a gara per firmare il nuovo artista trap e passare in radio il nuovo pezzo di Ghali, prima dell’avvento di Internet e in particolare di YouTube non avrebbero mai dato spazio a personaggi così controversi.
La maggior parte dei trapper sono infatti ragazzi che si sono fatti conoscere pubblicando video su YouTube, video che sono stati notati e apprezzati da chi più di ogni altro abita la piattaforma: i nativi digitali, appunto. A differenza di quanto poteva accadere fino a non troppi anni fa, quando era ciò che passava su MTV a determinare i gusti musicali dei giovani, nel caso della musica trap sono stati i ragazzi stessi, i principali ascoltatori, a legittimare e dare credibilità artistica a questo genere e ai suoi principali esponenti, aggirando radio, televisione e major discografiche.
Dai giovani per i giovani quindi e qui veniamo al secondo punto:
I trapper sono ciò che oggi i giovani ricercano su Internet e la musica trap esaspera quelli che sono i comportamenti che vengono quotidianamente messi in atto dai ragazzi sui social network. Il culto dell’immagine, assente nei rapper della generazione precedente è, per questi nuovi trapper, elemento complementare alla loro musica. Sfilate di moda, accessori di lusso e pose da fotomodelli sono la norma per questi nuovi artisti “figli di Instagram”. Così come lo è lo “swag”, la spettacolarizzazione della vita del trapper che viene esposta al pubblico a suo uso e consumo. Persino il dissing, ovvero la provocazione in rima lanciata da un rapper nei confronti di un altro rapper suo rivale, oggi si svolge a colpi di “storie” su Instagram, che è diventata la nuova piazza in cui sfidarsi a duello.
I testi trap, scritti soprattutto da maschi e spesso giudicati come frivoli e superficiali, sono perlopiù cinici e disillusi ma molto pragmatici e si discostano da quelli di rottura e protesta tipici dell’hip hop e del rap classico; i temi prevalenti sono infatti l’affermazione di sé, il denaro e le donne che si sono riusciti ad ottenere grazie alla fama e, più in generale, l’avercela fatta, l’essere arrivati al successo contando solo sulle proprie forze.
D’altronde – si sa – la musica è lo specchio dei tempi e il rap in particolare ha da sempre avuto il merito, grazie al suo linguaggio diretto, di rappresentare, nel bene o nel male, il mondo dei giovani. Da questo punto di vista la trap non fa eccezione.
5 comments
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