Parto subito con un’ammissione di colpa: non sono esattamente la persona più indicata per scrivere un articolo sul benessere digitale. Sono il classico tipo che la prima cosa che fa prima di addormentarsi è guardare lo smartphone e a cinque minuti dal risveglio sono di nuovo lì, in pigiama, con gli occhi semi-chiusi a fissare lo schermo del cellulare. Non un bello spettacolo, ve lo assicuro.
Anche il lavoro che faccio non aiuta, dato che mi occupo di digital transformation - o così vado dicendo -, ma è inutile accampare scuse: sono uno a cui è sempre piaciuto immergersi nel digitale, sguazzarci come un’anatra nello stagno, navigando da un contenuto all’altro e saltando da una piattaforma all’altra, senza soluzione di continuità.
L’avrete capito: sono un iperconnesso. Tuttavia, se ho deciso di parlarvi di Benessere Digitale e Digital Detox è perché, bè, per la prima volta dopo tanto tempo ci sto davvero lavorando e voglio condividere con voi i frutti del mio percorso di consapevolezza.
Digital Felix
Iniziamo con il dire che esistono due principali correnti di pensiero riguardo il digital detox: una è quella filoamericana che definisce il digital detox come «la disconnessione forzata da tutti gli smartphone, device, o dalla strumentazione digitale per un paio di giorni o poco più». In tal senso si prevede di staccare letteralmente, di buttare il telefono e di non guardarlo né toccarlo più. Al di là del fatto che la trovo una via poco praticabile, nel corso della mia vita mi è capitato di sperimentare per pura casualità questa soluzione e ne ho vissuti i limiti sulla mia pelle.
Qualche anno fa sono andato in vacanza in un’isoletta greca dove le zone per il wi-fi erano circoscritte e il mio telefono prendeva a spizzichi e bocconi. Giocoforza, per un paio di settimane sono stato piuttosto sconnesso rispetto a quelli che erano i miei standard. Devo dire che all’inizio l’impatto è stato abbastanza traumatico ma poi nei giorni seguenti, staccare la spina dal digitale si è rivelato essere incredibilmente liberatorio.
Il problema è che poi, una volta tornato alla normalità ho ricevuto mille notifiche, tutte insieme, e per poco non mi veniva un attacco di panico. I giorni successivi alla vacanza “detox” mi sono riscoperto più stressato dal digitale rispetto a come ero prima della partenza ed è stato veramente angosciante. Questo mi ha fatto però comprendere un aspetto importante riguardo al digital detox: smettere di utilizzare il digitale non è come smettere di fumare. La tecnologia è qualcosa che ci serve, che è utile, non qualcosa di dannoso di per sé, anzi è qualcosa che specialmente in un periodo come quello che stiamo vivendo ci sta salvando la vita. Ecco perché sento di non sposare appieno l’approccio filoamericano che, tra parentesi, è diventato un po' un trend e soprattutto un business, grazie a catene di hotel senza wi-fi che si presentano come luoghi creati per il digital detox stile “7 chili in 7 giorni”, come la clinica di Pozzetto.
Preferisco decisamente l’approccio mediterraneo alla questione. Si tratta di un approccio meno radicale e più riflessivo in quanto indaga sul perché la tecnologia sia così importante per noi, cosa possiamo fare per ridurne l’utilizzo a momenti specifici e come possiamo utilizzare in maniera corretta lo smartphone e le nuove tecnologie in generale. Quello che questo approccio sostiene è che non ci sia bisogno di arrivare a degli estremi di eremitismo digitale, bensì, come suggerisce Alessio Carciofi, cercare di raggiungere uno stato di digital felix. Sì, ma come?
Pillole di benessere digitale
Per prima cosa è necessario trovare nel corso delle proprie giornate dei momenti di decompressione. Dopo una giornata di lavoro, specialmente al pc, risulta necessario decomprimere tutti gli stimoli che abbiamo accumulato. Spesso l’errore che si fa è però quello di buttarsi sullo smartphone e fingere di rilassarsi scrollando la home di qualche social network così, “per passare il tempo” o “per staccare la spina”. In realtà in quei momenti noi non stiamo lasciando al nostro cervello il riposo che gli spetta, ma anzi lo stiamo affaticando ancora di più. Ecco perché è importante, in questi momenti di decompressione, trovare alternative analogiche in linea con quelli che sono i nostri interessi. A seconda che la nostra passione sia per il modellismo, piuttosto che per la settimana enigmistica, o per la cucina e il giardinaggio, è importante trovare momenti per decomprimere senza però girarsi i pollici - altrimenti la tentazione di sbirciare lo smartphone diventa troppo forte.
Sono consigliate in particolare le attività manuali, come appunto il modellismo, il giardinaggio o i lego, piuttosto che quelle puramente intellettuali perché ci permettono di rilassare di più il nostro cervello iperstimolato.
Un'altra cosa importantissima è togliere o limitare le notifiche. Se andate sulle impostazioni del vostro cellulare vedrete che è possibile disattivare alcune notifiche, soprattutto se sono di social che non usate. In questo modo eviterete di avere lo schermo del telefono sempre intasato e di dover elaborare mille stimoli, mille notifiche che magari vengono da siti o social che neppure seguite ma che per caso un giorno avete deciso di installare.
Sempre per la ragione di cui sopra, silenziate i gruppi, soprattutto quelli che non utilizzate quotidianamente, e tenete il cellulare a distanza. Pensate che quando si cena, avere il cellulare sul tavolo piuttosto che in tasca, o addirittura in carica in un'altra stanza fa una differenza incredibile e posso assicurarvi che più terrete lo smartphone lontano da voi, più ci guadagnerete in benessere digitale. Garantito.
Infine è fondamentale identificare tutte quelle notizie, informazioni, aggiornamenti di stato che creano frustrazione, noia, ansia o qualsiasi altra sensazione negativa e smettere di seguire le pagine o i profili che le diffondono, arrivando anche a rimuovere se necessario dalle proprie amicizie sui social contatti che ci infastidiscono. Ricordiamoci che non è necessario intervenire in ogni polemica, soprattutto se non ci riguarda in prima persona, e non dobbiamo mai sentirci obbligati a rispondere a qualsiasi messaggio, tag o notifica che riceviamo.
Già con queste poche accortezze è possibile vivere in maniera più sana ed equilibrata il proprio rapporto con la tecnologia, o almeno per me è stato così. Esistono però, delle applicazioni che addirittura sfruttano il digitale per promuoverne un utilizzo più consapevole e responsabile.
Di questo però, ho intenzione di parlarvi in un prossimo articolo, perciò state conness*. Ma non troppo.
2 comments
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